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  • giannitribuzio1

Amica mia, di che speranze il cor vai sostentando ?

Updated: May 20, 2021

E' la domanda eterna che ogni essere umano arriva a porsi nel corso della propria vita .

Ovvero, come vivere bene ? O almeno, come trasportare il peso del tempo che passa nel modo migliore ?

Come tutti in gioventú alimentavo interessi, cercavo di soddisfare desideri e bisogni al fine di lenire l' irragiungibile ma sempre ardente desiderio di felicità. E' il dionisiaco presente in ogni adolescente.

E' anche l'idea romantica che trasforma in contemplazione l' idea delle bellezza sfuggente. Infatti la necessita' di "consumare" la vita riempiendo il tempo é vana secondo la riflessione dei "romantici" e di Leopardi. "Il tempo mangia la vita" e la ricerca della felicità é vana. La "noia immortale" incombe su di noi nonostante la fatica del vivere sia grande e i piú riescono a sopportare il trascorrere del tempo con il lavoro. L'anelito dell'anima verso orizzonti ignoti e sempre irraggungibili porta inevitabilmente al tedio o spleen, come direbbe Baudelaire. Il desiderio dell’infinito si circoscrive nella prigione del finito


Come serbare dunque la gioventú del core ? Quid animo satis (cosa basta all animo dell uomo) ?


Poi incontro Seneca per strada che ti insegna ad accettare la responsabilità per la propria esistenza. "Nessuno è infelice se non per colpa sua". Per Seneca la felicità é una vetta da conquistare in solitaria attraverso la virtù . Poichè diventare virtuosi è difficile, la felicità è affare impervio . Il consiglio di Seneca era «Dovunque tu sia, stacci con il cuore». Lo feci mio.


La vita migliora e la mia inquietudine viene canalizzata in percorsi piú virtuosi. Ma é con Dante che giungo alla consapevolezza che la felicità é il giusto viaggio, il buon cammino di ciacun uomo(cristiano) che armato di umiltà de-siera riveder le stelle.

Quando lo capisci i veli cadono e vedi in faccia l'uomo contemporaneo, un prometeo che ha pensato ormai di poter fare a meno di Dio. Dopo aver abbandonato la fede, non sa più in che cosa credere cadendo nel nichilismo e relativismo. Capisci che stavi diventando anche tu un egoista solitario che sa vivere solo per sé e non per gli altri. L'Inferno dantesco con le sue intense passioni, i suoi dannati, le sue tragedie» raffigura la nostra epoca idividualista fatta di idola e valori immanenti.


Il Purgatorio è il regno in cui l’uomo si scopre invece «persona» e l’anima si libera dal peccato e vuole appartenere ad un popolo che "coopera" e che di "salire al ciel diventa degno". Il Paradiso sarà, infine, il luogo della comunione universale e della carità (amore incondizionato), del «sorriso di Dio»


Oggi mi riconosco appieno nella frase piu' bella della Divina Commendia, quella dove Dante parla di se stesso in prima persona. Incontrando finalmente Beatrice dice :

"Piangendo dissi: le presenti cose

col falso lor piacer volser miei passi

tosto che il vostro viso si nascose "


Tornava cosi' sulla diritta via ( a riveder le stelle).



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