«La luce del mondo si è spenta. L’impero romano è stato decapitato. La distruzione di una sola città ha distrutto il mondo» San Gerolamo (347-420) ,“Epistole”
Gli storici dell' epoca ci raccontano di una Roma del quinto Secolo che accoglieva tutti coloro con ambizioni intellettuali. A seconda delle opinioni era piacevole o corrotta, raffinata o crudele. La miserabile per i molti e la spendida per i pochi si mescolavano e convivevano a differenza delle Società barbariche rozze ma cementate da spirito sacrificio e solidarietà. Si costruivano fortificazioni per difesa le quali peró riflettevano prima di tutto uno stato d'animo. Oramai il popolo Romano, reso conservatore e sedentario dal benessere accarezzava solo il sogno (utopico) della sicurezza(Indro Montanelli).
Ma l'"imbarbarimento" dell'Impero Romano era già in atto da alcuni Secoli, per chi voleva vederlo.Raggiunta la sua massima espansione il modello economico/industriale dell'Impero, basato sullo sfruttamento della manodopera gratuita (schiavi) e sulla tassazione dei vinti, era entrato in crisi. Si decise allora di considerare i barbari come una risorsa incentivandoli (alla bisogna) ad entrare ed a far parte dell'Impero. Molti finivano a lavorare per i vari latifondisti romani mentre i più giovani venivano arruolati nell'esercito.Tutti pagavano le tasse. Questa politica di integrazione (e col tempo, si sperava, di civilizzazione) iniziata con successo con l'Editto di Caracalla del 212 che offriva a tutti i cittadini dell'Impero la cittadinanza romana entró in crisi quando si esageró facendo entrare tutti indistintamente.
Masse enormi di Goti si erano stanziate sulle rive del Danubio chiedendo di essere accolte nell'Impero per fuggire da una nuova tremenda minaccia proveniente dall' Asia: gli Unni di Attila.
Si decise allora di accogliere un intero popolo di Goti dentro il Limes ma immediatamente nacquero screzi dovuti alla difficile convivenza. Rifiutando di integrarsi e restando uniti come Popolo iniziarono a muoversi al di dentro dell' Impero come corpo estraneo. Fedeli ed utili all' Impero finché arruolati e pagati da questi per partecipare alle varie guerre finirono per diventare dei mercenari e se non pagati bene assaltavano città romane e le depredavano. Questa difficile convienza sfoció nella loro rivolta e nella loro sorprendente vittoria ad Adrianopoli (327 AD) sull' esercito imperiale di Oriente.
La politica di immigrazione/integrazione era onestamente difficile da ottenere poiché questi non conoscevano la lingua latina, i suoi costumi ed idee. A differenza del romano, un cittadino parte di una Società/Stato organizzato, i Goti si erano mostrati individui nomadi, gelosi della loro indipendenza. In più adesso restavano uniti come un vero Popolo.
Da allora iniziarono le invasioni barbariche che furono quindi essenzialmente un fenomeno interno compiuto attraverso l'esercito che diventava sempre più barbarico e mercenario. Da quando, infatti, il cittadino romano non era più soldato ma aveva delegato ai barbari la propria difesa questi costituivano la quasi totalità dell'esercito. I cittadini romani erano di fatto finiti sotto la protezione di milizie straniere. Con il passar del tempo l'idea di Patria, di Stato, la disciplina morale dei romani e il legame di fedeltà a Roma dovevano per forza di cose crollare. E cosi fu. In ogni epoca questo é il modo in cui gli Imperi e più genericamente le Società crollano.
Alla morte dell’imperatore Teodosio nel 395 d.C. l'’Impero venne affidato ai suoi due figli (Arcadio la parte orientale ed Onorio quella Occidentale). Nascevano l'Impero Romano di Oriente e quello di Occidente. I primi problemi sorsero proprio nel 395, quando gli alleati Visigoti si ribellarono, eleggendo come loro re Alarico. Questi riassumevano le confuse aspirazioni del mondo barbarico di fronte alla civiltà latina. Erano dei federati senza peró essere riconosciuti come parte dell’Impero. L'imperatore romano era debole ma voleva la guerra mentre il barbaro era forte ma voleva la pace.
Il famoso Sacco di Roma del 24 agosto del 410 fu solo il tentativo estremo di Alarico di farsi accettare come alleato permanente di Roma e suo difensore (magister militium). Assediarono Roma saccheggiandola per 3 lunghi giorni. Per i contemporanei il sacco di Roma fu una vera e propria “fine del mondo”. L' Urbe non poté nulla essendo più abituata ad imporre che a reagire.
Non era più la Capitale dell'Impero e non aveva più grandi difese da quando Costantino aveva sciolto i pretoriani (per paura di contrasti politici interni) spostando la capitale a Costantinopoli. Gli stessi imperatori della parte occidentale avevano spostato la residenza a Ravenna- la nuova capitale della Penisola - più diffcile da espugnare perché circondata da paludi. Roma era ora un terreno facile da espugnare.
Eppure l'obiettivo iniziale delle popolazioni barbare non era l'Occidente ma era l'Oriente (più ricco). Costantinopoli venne assediata diverse volte, inutilmente. I vari tentativi Gotici e poi di Attila di far cadere le sue potenti mura fallirono sempre. Così con il passar del tempo si convinsero a spostarsi verso la parte Occidentale dell' Impero (più facile da depredare complice carestie ed epidemie).
Fu l'inizio della fine anche se in un primo tempo gli Imperatori d'Oriente (come Teodosio II) cercarono di salvare l'integrità della pericolante parte Occidente inviando contingenti militari per deporre imperatori illegittimi. Si accorsero presto che lasciavano scoperto il limes danubiano dove gli Unni di Attila si infiltravano per cercare di conquistarla, Dovettero sospendere ogni aiuto venendo a mancare i fondi necessari.
Quando poi l'imperatore Bizantino Zenone nel 476 ricevette notizia che Romolo Augusto era stato deposto dal Barbaro Odoacre e che questi gli inviava le insegne imperiali dell’Occidente l’Impero romano d’Occidente non esisteva più. Ormai occupato ed impoverito dalle varie tribù germaniche, l’Occidente venne lasciato al suo destino. Nascevano i regni Romano Barbarici.
Gli interessi economico-politici si spostarono verso Oriente. Perché l'Impero romano d'Oriente sopravvisse mille anni a quello d'Occidente? La risposta é legata a varie concause.
Costantinopoli si sviluppava a spese di Roma e dell'Occidente per la sua posizione strategica e la vicinanza dei commerci ad Oriente (il grano proveniva dall'Egitto). Aveva 3 strati di mura difensive ed un grande fossato. Era semplicemente impossibile sfondare le sue mura fino all'avvento dell'artiglieria da polvere da sparo. La Religione ebbe poi un'importanza fondamentale. Mentre l'Occidente era dilaniato dai continui conflitti tra i Pagani e i Cristiani, Costantinopoli nacque come città cristiana. I suoi cittadini(che si consideravano Romani) nascevano con il "carattere" (morale ed etica) cristiano. Infine, essa aveva ereditato da Roma il suo ottimo sistema organizzativo dello Stato ed un sistema fiscale e militare efficiente .L'Impero non era di fatto non più romano ma greco-orientale.
Roma invece non solo non era più caput mundi ma non lo era nemmeno dell'Impero d'Occidente Doveva fare ora affidamento solo sulla penisola.
In Italia il declino politico ed economico dell' Impero d'Occidente portava alla polarizzazione della Società civile con una classe media(i piccoli coltivatori diretti) che scompariva nuovamente per sfuggire ad una tributaria spietata. Questi ora preferivano vendere il loro piccolo podere al latifondista facendosi poi assumere come servitore. Il proletariato invece si accontentava di vivere di sussidi ed elemosine.
Passano i millenni ma nulla cambia. Più burocrazia, più tasse e... meno contribuenti. Tutte le decadenze, in tutti i luoghi e in tutti tempi, sono uguali. Le distanze sociali aumentano, la solidarietà diminuisce e l'indifferenza verso l'interesse della comunità aumenta (individualismo). Nessun rimedio di legge é valido quando usi e costumi si corrompono. E questi dipendono dalla legge morale (Religione) di un Popolo.
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