Il celebre dipinto di Tiziano è una delle allegorie dell'amore più studiate e per la varietà di simboli contenuti e la valenza metaforica è ancor oggi fra i dipinti più misteriosi ed enigmatici di tutti i tempi. Peraltro non vi è stato mai accordo su quale delle due fosse l’Amor sacro e quale l’Amor profano, poiché a ognuna delle due donne si potrebbero assegnare attributi ascrivibili ad entrambi gli aspetti dell'amore.
Nell' 800 prevalse l'interpretazione neoplatonica secondo la quale le due donne (identiche) del dipinto simboleggiano Venere (quindi l'Amore, motore del mondo), e la duplicità femminile, quindi la fusione dei suoi due diversi aspetti: quello più sensuale e quello più spirituale. L'Amore sacro è la Venere celeste nuda, simbolo di purezza e amore eterno mentre l’Amore profano è la Venere "terrena" simbolo dell'amore coniugale e sensuale. Il Cupido(Eros) al centro è l'incontro dei due diversi aspetti dell’Amore quindi simbolo dell’unione tra cielo e terra mentre l’acqua, con cui gioca è simbolo di purificazione e di vita.
La lettura contemporanea del dipinto lo mostra invece come un allegoria matrimoniale e del complesso rapporto tra virtus e voluptas. Le due figure femminili richiamerebbero il carattere di ogni buona sposa, che la mentalità del tempo voleva sensuale nella dimensione privata della vita di coppia e invece pudica e casta nelle relazioni pubbliche.Il paesaggio bucolico fa eco al suo significato: la coppia di lepri simboleggia l'augurio di unione feconda mentre la città sulla collina ne sottolinea la dimensione civile entro cui si colloca la condizione matrimoniale.
E' il gioco di sguardi tra le due donne a richiamare l’osservatore; quella nuda (perchè la Verità non ha bisogno di ornamento) è la Venere celeste che tiene la fiamma dell'Amore passionale e divino e si volta verso quella vestita (la Venere terrena), invitandola a percorrere la strada della virtus, difficile e separata dal mondo (la siepe); la donna abbigliata incontra direttamente gli occhi di chi la guarda, entrando dunque nella realtà, e attestando verso l’esterno la sua dimensione di donna e di sposa. La nudità della Venere Celeste non ha quindi nulla di sensuale ma sarebbe un’espressione di purezza e incarnerebbe l’ideale classico( tipico rinascimentale) di bellezza. La nudità infatti era simbolo di purezza e di prosperità, prima di diventare “oscena” agli occhi contemporanei(dalla Controriforma). Sono due forme di amore che non si possono separare, ma semmai mescolare con sapienza, come fa Eros, che è appunto impegnatissimo a mescolare le acque della fontana. Un amore da dominare come il cavallo senza briglie in evidenza nel sarcofago antico.Un sarcofago, perché forte come la Morte e l’Amore. Una vita consacrata all’amore: tra un’ alba e un tramonto.
C'e anche la teoria secondo la quale le due donne rappresenterebbero le due virtù della sposa, la castità e la sensualità, con Cupido che mescola le acque per trovare il giusto equilibrio tra i due opposti.
Alcuni ci vedono invece l'Allegoria dell' invito all'amore. La scena rappresenterebbe Medea (la donna vestita) cui si rivolgerebbe Venere per convincerla a recarsi nel bosco dietro di loro onde incontrare Giasone. Il tema sarebbe quindi un’iniziazione all’amore in chiave allegorica con la Pulchritudo, la Bellezza (rappresentata dalla giovane vestita) che viene condotta alla Voluptas, ovvero il Piacere, col tramite dell’Amore.
una differente interpretazione deriva dalla lettura del sarcofago marmoreo antico, utilizzato come vasca. La parte destra della decorazione sembrerebbe infatti rappresentare Marte che picchia Adone, rivale in amore, mentre Venere accorre in suo soccorso. Il bassorilievo della parte sinistra illustrerebbe, invece, il Ratto di Proserpina: notiamo infatti una fanciulla ghermita da un uomo. Il dipinto potrebbe insomma rimandare al tema naturalistico e mitologico del ciclo delle stagioni. Le due donne di Tiziano sarebbero allora Proserpina e Venere, entrambe presentate come allegoria della terra, nuda durante l’inverno e riccamente vestita durante la buona stagione. Il paesaggio riproduce l’alba a sinistra e il tramonto a destra, dominato da un campanile, che segna il tempo del quotidiano.un’evidente metafora dello scorrere del tempo.

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