“La natura dei popoli prima è cruda, poi severa, quindi benigna, appresso delicata. Infine dissoluta.Similmente, gli uomini prima sentono il necessario, dipoi badano all’utile, appresso avvertiscono il comodo, più innanzi si dilettano del piacere, quindi si dissolvono nel lusso, e finalmente impazzano in istrapazzar le sostanze.(GB Vico)
Fu un capolavoro di diplomazia (primo Triunvirato) a portare Giulio Cesare (un Populares) al Consolato sconfiggendo i conservatori aristocratici (Optimates). Con l'aiuto finanziario di Crasso, quello delle influenze di Pompeo (la ricca borghesia) e con la plebe dalla sua parte divenne Console.In tutte le epoche é l'interesse a muovere le persone.
Fu rotta la "concordia degli ordini" auspicata da Cicerone cioé l'alleanza tra Aristocrazia e alta borghesia. Il cieco egoismo dell'aristocrazia aveva spinto l'alta borghesia dalla parte del proletario.Ieri come oggi l'alta borghesia era con la plebe quando si trattava di rintuzzare i monopoli dell' aristocrazia ma era con l'aristocrazia (Senato) quando erano in Gioco lo Stato e i "loro" Interessi . Con gli "acta diurna" poi, l'aristocrazia non riusciva a tenere più segreti gli atti del Senato. Il più democratico di tutti i diritti, quello di essere informati, appariva sulla scena.
E cosi poté dedicarsi all' ottenimento dell'unica cosa che gli mancava: l'imperitura gloria militare con la guerra di espansione in Gallia. E dopo che l'ebbe ottenuta, sulla via del ritorno, si vide costretto a "transire" il Rubicone con l'esercito (Pompeo era oramai tornato dalla parte degli Oligarchi/Senato) ed il resto é Storia. Farsalo fu la conclusione della Roma Repubblicana.
Ottenuti i poteri dittatoriali dal Senato Cesare volse finalmente alla riorganizzazione dello Stato e del Senato che fu ridotto a organo consultivo (dopo averlo raddoppiato di numero introducendo i membri dell'alta borghesia di provincia).Aveva capito che i romani oramai erano rammolliti e dediti all'intrallazzo mentre il "buono" era ancora nella provincia con famiglie solide, costumi sani ed educazione rigida. Inoltre l'Impero si allargava e aveva bisogno di una nuova più larga rappresentanza. L’oligarchia dei grandi latifondisti Romani che costituivano il Senato era inadeguata a reggere un Impero di tale vastità, chiusa com’era nella sterile difesa dei propri privilegi. Ma la sua grandezza sta nel aver realizzato tale cambiamento non con una rivoluzione che sovvertisse la gerarchia tra le classi ma attraverso la liquidazione delle sacche di privilegio.
La riforma agraria (dei Gracchi) fu attuata distribuendo piccoli possedimenti alla plebe e togliendola ai latifondisti ma, rassicurava le classi abbienti e i creditori non abolendo i debiti pregressi eliminandone solo le storture (come decretare una moratoria dei pagamenti e abolendo gli interessi).
Nonostante questo Cesare venne ucciso alle Idi di marzo da Bruto che forse credeva realmente di guarire il gran malato (Roma).Con le battaglia di Filippi (contro Bruto) e di Azio (contro Marco Antonio) la dinastia Giulio Claudia continuava con Ottaviano che il Senato stesso fece "Augusto". Si preferiva oramai un padrone al caos anche perché l'Aristocrazia storica che aveva costituito il carattere romano non esisteva più; il potere veniva ora accentrato in una sola persona, l'imperatore, che tuttavia si considerava ancora un princeps e "primo senatore" non un vero ditttatore.
La Pax Romana augustea rifondava la Società sul modello dello Zio. Rese i confini sicuri con un esercito forte ed organizzato inglobando i barbari assimiltati cui si dava la Cittadinanza. Scambi e commerci fiorirono con una Moneta ora stabile e usata in tutto l'Impero. Mentre Roma si faceva caotica, satrapa e mercenaria la provincia italiana dell'impero ne beneficiava. La costruzione di una nuova ed efficiente macchina burocratica per far funzionare il nascente Impero fu la sua grande riforma creando un equilibrio tra accentramento e decentramento (potere centrale ma automomie locali). E sul letto di morte Ottaviano poteva ben dire:"Ho recitato la mia parte.Congedatemi dunque dalla scena,amici, coi vostri applausi".
Ma la rivoluzione del costume era fallita. Una morale non si rifà senza una base religiosa.Tito Livio il più grande storico (era repubblicano) si mise a raccontare la grande storia e valori su cui la Roma antica era stata fondata esaltandone la Repubblica e l' idea conservatrice. Lo fece per il disgusto che gli ispirava quella sua contemporanea ma poté farlo solo perché piaque ad Augusto che ci vide uno stimolo di riforma morale ovvero ripristinare gli austeri e antichi costumi Romani (cioé il "carattere" romano). Lo stesso dicasi di Virgilio che cantava i piaceri della vita rustica e frugale (Georgiche).
Ma la Società da guerriera ed incolta si era fatta oramai sempre più salottiera e letteraria da un lato (Le Satire di Orazio) a sempre più libertina e scanzonata dall'altra e ai doveri della Religione preferiva i piaceri dell'amore e della galanteria (Ovidio e Catullo). Il matrimonio non era più sacro (bisogna aspettare il cristianesimo) ma era ora un avventura. Roma era piena di bordelli e e le stesse prime donne (Livia,Messalina Agrippina, e Clodia(Lesbia)) arrivavano ad influenzare le scelte degli Imperatori. Qualcuno iniziò a notare che i corpi diventavano piu tondeggianti..
Roma era oramai costituita da persone con almeno un pò di sangue straniero che parlavano un latino elementare; persone rozze che preferivano la pantomima dove la trama era resa evidente non dalla parola ma dal gesto. Mentre il Teatro scadeva nel varietà cresceva l'interesse per Sport e divertimenti in tono con il livello morale di Roma. Seneca solo una volta assistette ai giochi e uscendo notò : "la cosa piu strana é che l 'uomo viene ucciso per sport e divertimento"
La politica romana (come oggi) era fatta di intrallazzi di palazzo fatta ora da famiglie che avevano meno antenati e più quattrini provenienti da riccha borgesia mercantile mentre la ricchezza dell'impero aumentava solo per il saccheggio delle provincie conquistate (necessità di espandersi). Ma la forza lavorativa gratuita (gli schiavi) ora iniziava a scarseggiare e quindi i costi di produzione aumentavano; lentamente, le piccole proprietà che avevano retto alla concorrenza del latifondo grazie alla riforma agraria ritornavano a queste. I cardini del modello economico romano iniziava a mostrare le prime crepe.
L'Impero conoseva il suo spendore anche se molti dei loro principi(Tiberio,Diocleziano, Caligola , Claudio e poi Nerone) finivano assassianti. La capitale dell'Impero era diventata una città che si divertiva al fratricidio e con eserciti che si ribellavano. C'era qualcosa che non andava evidentemente e cosi sotto la dinastia Flavia toccò a Vespasiano, con mano decisa, riordinare l' esercito e migliorare le sue disastrate finanze con una tributaria efficientissima.E' rimasta famosa la sua tassa sui "vespasiani" sia per chi li usava ma anche per chi non li usava. Pecunia non olet ripeteva a suo figlio (Tito). Sotto il suo principato vi fu il riconoscimento giuridio della forma imperiale e la diaspora deglie ebrei.
Ma fu sotto i "re provinciali" (Traiano, Adriano e poi Marco Aurelio) che Roma raggiunse la sua massima espansione e grandezza. Il potere non dette mai alla testa a Traiano. Mezzo soldato e mezzo amministratore, fu un conservatore illuminato. La conquista della Dacia gli permise un programma di vasti lavori pubblici facendo del suo regno uno dei più memorabili nella storia dell' urbanisticha e architettura, guadagnandosi gli elogi eterni di Tacito e Plinio
Adriano chiudeva invece la pendenze militare del suo predecessore e fissava i confini del vasto Impero dedicandosi invece ad amministrarlo. Fu infatti un abilissimo amministratore mettendo in piedi un'organizzazione burocratica efficientissima costruerndo un'ottima collaborazione con il Senato cui chiedeva l'autorizzazione, cui rendeva i conti e a cui affidò la supervisione.Aveva capito che le leggi non bastano a migliorare le persone e credeva più nell'esempio. Aveva la vocazione per l'ordine e fu il più moderno e complesso degli Imperatori del mondo antico guadagnandosi l' appellativo di Optimus Princeps.
Con l'imperatore filosofo Marco Aurelio finiva l'epoca Aurea di Roma e sotto la dinastia dei Severi l'Impero si faceva sempre più autocratico ed iniziava il lento declino. (Segue Parte 3)
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